Saturday, December 30, 2006Monday, December 25, 2006All I Want For Christmas
I don't want a lot for Christmas Saturday, December 23, 2006Noël pourri (avec des remarquables exceptions)Abbinamento consigliato: un Vicodin ed una magnum di Taittinger Brut Prestige Rosé Wednesday, December 20, 2006Mais stone, le monde est stone | Y’a plus de couche d’ozone | Et les seins des meufs sont en silicone
Che il sottoscritto rifugga da feste comandate quali il Natale ed il Capodanno è risaputo; totale ed incondizionato sostegno va invece al NatanaL ed al Capod'Ano, manifestazioni laiche di notevole spessore, che si tengono solitamente in capannoni abbandonati o affini. E poi non si devono fare i regali, a parte doni quali unabottaevia o nonchiamarmipiùdomani, o al massimo comehaidettochetichiami. Oppure abbaiare, ovviamente. Questa sera ho tuttavia dovuto fare il mio dovere (onde evitare la celeberrima SAF, Sanzione Amministrativa Familiare, da non confondere con la Sudorazione Acre Fluviale). E ho stabilito il mio record personale, sistemando i quattro regali fondamentali in 1h 15m incluso percorso, parcheggio e due sigarette per il nervosismo di non avere il tempo di sollazzare la commessa della profumeria che mi faceva gli occhi dolci. Tutti gli alcolisti che frequento di solito si possono sistemare pescando dalla cantina personale (sezione vinaccio), quindi è fatta. E' stato quasi soddisfacente, più che altro per l'elevato tasso di gnocca che c'è in giro in questi giorni; peccato per questa artificiale atmosferadifestadelcazzo(zo) che rovina una sana copulazione consumistica. Abbinamento consigliato: Rosenplatz, Livio Felluga, Colli Orientali del Friuli, 2004 Friday, December 15, 2006Come mettere fine a una relazione che vi ha stancato (Post frizzante, trasgressivo, siNpatico e un altro aggettivo ggiovane che adesso non mi viene)
Thursday, December 14, 2006Riflessioni presuntuoseRipensavo alla presunzione d'innocenza. E poi ripensavo alla rapidità con la quale i maggiori quotidiani nazionali hanno fatto di Azouz Marzouk un pluriomicida, senza uno straccio di prova, solo perché un tunisino indultato che ammazza la moglie, il figlio, la suocera e una vicina di casa è una notizia troppo golosa per perdere tempo a verificarne la veridicità. Ripensavo anche che quando è un politico ad essere condannato in primo grado a 9 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, più due anni di libertà vigilata, interdizione perpetua dai pubblici uffici e risarcimento danni di 70.000 euro alle parti civili, sarà doveroso aspettare il giudizio definitivo della cassazione prima di poterlo chiamare mafioso e comunque, anche nel caso venisse appurata definitivamente la sua "partecipazione all'associazione per delinquere" Cosa Nostra, sarà preferibile parlare di assoluzione qualora il reato passi in prescrizione grazie alla lentezza esasperante del sistema giudiziario italiano. Così ho pensato che la presunzione d'innocenza forse non è un principio universale ma un concetto bizzarro, mutevole, che magari un giorno può valere e l'altro no. E ho pensato anche che la parola informazione, a parte rari casi, non vuol dire più niente. E questo è ciò che è sgorgato spontaneamente dalla mia bocca: Wednesday, December 13, 2006Cette Meuf, elle me file grave le Gourdin (in Italiano: Considerazioni Esistenziali)
Sto diventando intollerante, ne sono consapevole. Anche se poi, a dirla tutta, lo sono in maniera un po’ strana: ecco, diciamo un intollerante liberale, sempre che la definizione possa avere un senso. Sono intollerante contro tutti coloro (uomini, donne, vecchi, bambini, e quasi sempre cattolici) che pretendono di dover decidere quello che posso o non posso fare. Sia chiaro, non mi rinfacciate il solito pippone sulla libertà come la sfera che invade la tua e poi la mia e bla bla bla. Quello di cui parlo è paradossalmente molto più semplice: 1. se io, ateo e materialista, voglio che – nel caso in cui il mio cervello o il mio corpo dovessero spappolarsi (per una miriade di motivi) – mi venga staccata la spina, perché lo Stato (che ultimamente si fa sentire solo quando c’è da fare la dichiarazione dei redditi) me lo deve impedire? Vivo in Italia, mica in Vaticano, e se non erro dal 1984 saremmo uno Stato laico: in realtà molti cominciano a convincersi che siamo uno Stato laido. 2. se io, ateo e materialista, non voglio sposarmi ma convivere e dare alla mia compagna (molto probabilmente una prostituta boema morfinomane, ma questo è irrilevante) i diritti che avrebbe una moglie (eredità, pensione, cazzi e mazzi) perché lo Stato me lo deve impedire? Ma cosa c’entra questo con la distruzione della famiglia? E inoltre, tanto per essere realisti, ma quanto credete che possa durare questa famiglia senza i diritti di cui sopra? Mah. 3. se io, ateo e materialista, voglio andare a troie, perché non le posso trovare in un simpatico locale arredato a tono, dove mi servano Dom Perignon del 1996, e dove le ragazze abbiano deciso da sole di fare le passeggiatrici, siano controllate e paghino le tasse? No, è contro la morale, quindi mi restano tre alternative: a) Olanda, Germania, Austria etc. [volo low cost al prezzo di una buona bottiglia di vino, bordelli a tema appena fuori dagli aeroporti, peraltor a costi modici] b) zona industriale, sera tardi, coda tra le piazzole, liti per il parcheggio, offerta qualitativamente squallida, rischi la vita c) escort, da qualsiasi giornale locale, 22enne fighissima in appartamento riservato solo distinti, disponibile per la sera stessa, in due giorni guadagna come me in un mese, e tutto al netto delle tasse. Non dovrebbero girarmi i coglioni? 4. se io, ateo e materialista, voglio avere un figlio con la mia eventuale compagna (sempre la leggiadra boema, con molta probabilità) ed ho bisogno – perché nessuno lo fa senza necessità, è ovviamente meglio scopare – della pratica della fecondazione, in Italia non posso fare quella omologa (perché non siamo sposati), né quella eterologa (perché è vietato, cattivo, cacca, omicidio, raccapriccio!, per dirla con i cattolici), Quindi vado in Spagna, e ovviamente me ne fotto. Ma qualcuno si è accorto che non siamo più negli anni ’60, e che in Spagna (citato come esempio, è vicino, costa poco, e ti spari anche ottanta birre mentre aspetti) ci si va in giornata ad un prezzo accessibile a quasi tutti? Se io, ateo e materialista, inizio a stufarmi di quanto sopra, e penso di trasferirmi ovunque, a lavorare per una multinazionale senza cuore che mi riempirà di soldi per appannare la mia coscienza irritata dallo sfruttamento di miliardi di persone, come biasimarmi? Poi me ne andrò in Olanda per i vizi, in Spagna per aborti/fecondazioni, ed in Italia verrò solo a mangiare; sicuro che in quest’ultimo caso non mi faranno la ricevuta, ovviamente. Tanto l’aereo costa poco, ormai. Bastardi. Tuesday, December 12, 2006Si ce que tu as à dire n'est pas plus beau que le silence, alors tais-toi (proverbe arabe)"Nella nostra società accanto alle vittime dei conflitti armati, del terrorismo e di svariate forme di violenza, ci sono le morti silenziose provocate dalla fame, dall'aborto, dalla sperimentazione sugli embrioni e dall'eutanasia. Come non vedere in tutto questo un attentato alla pace? L'aborto e la sperimentazione sugli embrioni costituiscono la diretta negazione dell'atteggiamento di accoglienza verso l'altro che è indispensabile per instaurare durevoli rapporti di pace. Il rispetto del diritto alla vita in ogni sua fase stabilisce un punto fermo di decisiva importanza: la vita è un dono di cui il soggetto non ha la completa disponibilità. Il diritto alla vita e alla libera espressione della propria fede in Dio non è in potere dell'uomo. La pace ha bisogno che si stabilisca un chiaro confine tra ciò che è disponibile e ciò che non lo è: saranno così evitate intromissioni inaccettabili in quel patrimonio di valori che è proprio dell'uomo in quanto tale." Benedetto XVI, Corriere della sera, 12 dicembre, 2006 Quest'uomo è stancante. Non si riesce quasi a stargli dietro, tante sono le stonzate che dice. Quest'ultima uscita poi è un minestrone ipocrita talmente privo di logica che neanche Ferrara e Gasparri sotto peyote sarebbero stati in grado di concepire. Però a me pare strano che il Papa si metta a parlare come Ferrara e Gasparri. E mi pare ancora più strano che rilasci dichiarazioni sotto peyote. Ma allora, perché il Papa lancia messaggi che invece di fare chiarezza contribuiscono infallibilmente a confondere le acque? Y a des Meufs à Walpé!
Dovrei forse innanzitutto scusarmi per la latitanza degli ultimi tempi? Ma anche no, perché torno con buone notizie; oddio, buone per me, un po' meno per Compagno Segretario. E' confermato (rOllo di tamburi), da venerdì 12 a lunedì 15 gennaio 2007 mi abbatterò su Parigi per un weekend post-capodanno. Il volo è prenotato, arriverò il venerdì in tarda serata e ripartirò il lunedì nel pomeriggio. L'hotel anche, fronte Arc de Triomphe perchè a) è comodo per i pullman da/verso l'aeroporCo b) è dall'altra parte di Parigi rispetto alla residenza ufficiale di Compagno Segretario. Un buon programma, quindi. Richiederei già da ora un certo impegno nella preparazione delle serate, pregasi quindi estrarre dai loro simulacri gli ex-voto di Tim&Tom. Non è escluso che alla fine, visto come vanno le cose qui in Italia, finisca per fermarmi per qualche mese e/o richiedere asilo politico. Ovviamente, vista la mia coerenza ideologica, dipenderà da quanta figa ci sarà in giro. Abbinamento consigliato: un calice di assenzio, una zolletta di zucchero, tre gocce di laudano Monday, December 11, 2006Qui lo dico e qui lo negoIo non sono un simpatizzante della politica israeliana, no davvero. E mi auguro che il coma di Sharon duri abbastanza a lungo da permettere a tutti i morti di Sabra e Chatila di venire a fargli visita in mezzo alle onde fiacche del suo encefalogramma. Però se Olmert ordinasse un blitz sul simposio organizzato a Teheran da quel mentecatto di Ahmadinejad avrebbe, per una volta, tutto il mio sostegno. Sunday, December 10, 2006Prepara i caliciSono chiuso in casa da tre settimane per terminare un romanzo, senz'altra compagnia se non quella del mio cane Zarko e del mare, felice tra i miei personaggi, ma dalle prime ore di domenica, ho cominciato a ricevere delle telefonate dei miei amici e amiche del Cile. "Prepara i calici", mi dicono dal mio lontano paese. Ho pronta una bottiglia di Dom Perignon in frigorifero. È un riserva speciale e me la regalò a questo fine il mio caro amico Vittorio Gassman una sera a Trieste. "Spero che la berremo insieme", mi disse in quell'occasione e sarà così, perché a casa mia c'è un calice che porta inciso il suo nome. Alla radio, una voce dice che il tiranno sta davvero male e che, a quanto pare, stavolta la Parca se lo porterà all'inferno degli indegni, anche se noi cileni non ci fidiamo mai delle repentine malattie che lo colpiscono ogni volta che deve affrontare la giustizia. Vorrei essere in Cile tra i miei cari e condividere con loro la spumeggiante allegria di sapere che finalmente finisce l'odiosa presenza del vile che ha mutilato le nostre vite, che ci ha riempito di assenze e di cicatrici. Pinochet non solo ha tradito il legittimo governo guidato da Salvador Allende, ha tradito un modello di paese e una tradizione democratica che era il nostro orgoglio, ma in più ha tradito anche i suoi stessi compagni d'armi negando che gli ordini di assassinare, torturare e far scomparire migliaia di cileni li dava lui personalmente, giorno dopo giorno. E come se non bastasse, ha tradito i suoi seguaci della destra cilena rubando a dismisura e arricchendosi insieme al suo mafioso clan familiare. L'ex dittatore paraguayano, Alfredo Stroessner, è morto poco tempo fa nel suo esilio brasiliano, pazzo come un cavallo, dichiarando persone non gradite in Paraguay cento persone al giorno i cui nomi estraeva dall'elenco del telefono di Sau Paulo. Pinochet, invece, muore simulando una follia che gli permette fino all'ultimo minuto di fare assegni e transazioni internazionali per nascondere la fortuna che ha rubato ai cileni. Muore amministrando il suo bottino di guerra con la complicità di una giustizia cilena sospettosamente lenta. Smette di respirare un'aria che non gli appartiene, di abitare in un paese che non merita, tra cittadini che per lui non provano altro che schifo e disprezzo. Ma muore, e questo è quello che importa. La sua immagine prepotente di "Capitán General Benemérito", titolo di ridicola magniloquenza che si autoconcesse, svanisce nella figura dell'anziano ladro che nasconde il suo ultimo furto tra i cuscini della sedia a rotelle. Ma muore, e questo è quello che importa. Prima di tornare al mio romanzo, apro il frigorifero e palpo il freddo della bottiglia. Poi dispongo i calici con i nomi dei miei amici che non ci sono, dei miei fratelli che difesero La Moneda, di quelli che passarono nei labirinti dell'orrore e non parlarono, di quelli che crebbero nell'esilio, di quelli che fecero tutte le battaglie fino a sconfiggere il miserabile che ha gettato un'ombra sulla nostra vita per sedici anni ma non ci ha tolto la luce dei nostri diritti. Con tutti loro brinderò con gioia alla morte del tiranno. Luis Sepulveda
Thursday, December 07, 2006Mitrokhin o Potëmkin ?"Fatevelo dire, soltanto in Italia può essere dato credito a un caso psichiatrico come Scaramella. [...] So che è sotto inchiesta e so che rilascia tre interviste al giorno. Bene, io penso che questo spettacolo sia indegno dell'intelligenza umana. Anzi, penso che sia un'offesa all'intelligenza. Ma come si può ancora stare a sentire un megalomane che è stato capace di mentire persino sul suo stato di salute? Che è arrivato a dire che nel suo corpo c'era una dose di polonio cinque volte superiore a quella letale, salvo uscire oggi (ieri, ndr) con le sue gambe dall'ospedale? Lo dico un'ultima volta. Credetemi: Scaramella is a mental case. Non va messo sotto inchiesta, non va buttato in un carcere: va consegnato alle cure di un efficiente staff medico che si prenda cura della sua psiche e, in silenzio e per il suo equilibrio, lo faccia dimenticare." Oleg Gordievskij, La Repubblica, 7 dicembre 2006 In realtà basta leggere qualche riga del blog di Paolo Guzzanti per capire che la commissione Mitrokhin era in realtà una comunità di recupero per psicopatici, megalomani, paranoici e disadattati vari e che il senatore di Forza Italia (cioè, questo è senatore, ma ci pensate?) aveva guadagnato i galloni di presidente per manifesta superiorità. Ed ora, se le consegne di Rosso Malpelo vengono rispettate ed applicate, non ci resta che aspettare la controffensiva dei suoi adepti. Brrrrr... Wednesday, December 06, 2006Tuesday, December 05, 2006Sunday, December 03, 2006Oggi non lavoro, oggi non mi vesto: resto nudo e manifesto !"E poi, comunque diciamo la verità. Le manifestazioni di massa, ormai, le fanno i Paesi arretrati. A Londra, a New York, a Parigi, si manifesta in casi davvero eccezionali. Non come qui, in Italia, dove ogni anno, per ogni Finanziaria...". Claudio Velardi, La Repubblica, 2 dicembre 2006 Poi ieri esco di casa e m'imbatto in una manifestazione di disoccupati, proprio qui a Parigi, nota capitale di un Paese arretrato secondo il personale planisfero di Velardi. E il caso doveva essere davvero eccezionale, perché al telegiornale non ne hanno neanche parlato. E questi, gentlemen and prostitutes, erano i responsabili della comunicazione del centro-sinistra ai tempi del governo D'Alema. I Velardi, i Rondolino (mai eletti) e i Latorre. Gente che solo nel maggio scorso trovava "attraente" un'altra bicamerale con Berlusconi oppure un'idea malsana come la sua elezione a senatore a vita. Gente veramente di sinistra. Più precisamente quelli che, come disse Travaglio, "sono entrati a Palazzo Chigi con le pezze al culo e ne sono usciti ricchi". P.S.: E' veramente difficile spendere qualsiasi parola per un'altra manifestazione, quella svoltasi ieri a Roma Contro il regime, per la libertà, quella alla quale hanno partecipato 2.200.000 persone (sì, col cazzo), la manifestazione politica "più importante dal dopoguerra a oggi" (sì, boom). L'evento è troppo recente e l'emozione ancora troppo viva. Per rendere omaggio l'unica cosa che mi viene in mente, apparte fischiare l'inno di Mameli, è "Prodi infame per te ci sono le lame". Poi stasera dopo cena pensavo di andare al Bois de Boulogne a picchiare un trans immigrato di merda.
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