Mangiare e bere, tanto per gradire
Venerdì scorso, Valtellina.
La scorribanda inizia a mezzogiorno, con un breve aperitivo. Poi Sciatt, Pizzoccheri, piatto di formaggi misti, due bottiglie di Fracia e due di Sfursat. Caffè, Grappa, Genepi.
Trasferimento in pensione, merenda. Un salame della casa, due piatti di Casera e Bitto, una bottiglia di Fracia ed una di Grumello Sassorosso. A questo punto consueta cagata liberatoria.
A fine merenda, tipica bottiglia di spumante, "per pulirsi la bocca". Poi cena. Carpaccio, Brasato di manzo al vino rosso, due bottiglie di Sassella, caffè, grappa.
Dopocena alcuni giri di grappe (mi rifugio nel partitivo, qui le cose cominciano a confondersi) e le ultime tre bottiglie di rosso, unite a canti popolari quali "Il Piave" o "Dem Land Tirol die Treue".
Tuffo sul letto verso le 3 di notte, non prima di essere inciampato sul gradino del bagno, e saporita russata (con bavetta all'angolo della bocca) fino all'ora di pranzo.
Poi doccia, colazione, e ritorno a casa. Non prima di aver scofanato il classico panino con la salsiccia al Passo Stelvio.
Ormai chi va in discoteca è uno sfigato.
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