Live from Paris, 9ème
Seduto su una panchina scomoda, la giacca che non vorrei, la cravatta che mi infastidisce, pioggia, umido, freddo, mal di testa, jet-lag e voce ridotta al lumicino. Una giornata perfetta per una riunione inutile, insomma.
E in più, porca troia, un senso di vuoto e di mancanza generica. Ci vorrebbe una bella intravenosa di Cabernet (un litro, un litro e mezzo) per riacquistare un po' di compostezza.
Credo che mi manchi Valeria, e questo è il primo, inquivocabile, ineluttabile, triste segnale di un decadimento intellettuale al quale necessito al più presto dare risposta. Oppure ho una malattia incurabile, che sarebbe quasi meglio. In termini di autostima, chiaramente.
Abbinamento consigliato: una bottiglia ghiacciata di Taittinger, Collection Arman, 1981, un grammo di coca e il disco de "La complainte du progrès" di Boris Vian a tutto volume
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