Faciem durum cacantis habes
Tra le profonde riflessioni di questo venerdì, in attesa di abbandonarmi ad una meritata serata di oblio e pulsioni inesprimibili, vorrei riflettere su uno dei temi che maggiormente attanaglia il Paese nelle ultime settimane.
Non, non si tratta della finanziaria-fuffa, né del Pap(p)a che ormai si esprime su tutto ad esclusione di muschi e licheni (oddio, magari mi è sfuggito) o della bestemmia di Ceccherini all'Isola dei Tignosi, quanto piuttosto del significato recondito del testo dell'ultima canzone di Tiziano Ferro (Ed ero contentissimo). Analizziamolo:
*: Perchè, conosci una persona cui, trovandosi ad Amsterdam, freghi un cazzo della pioggia? No, perchè la gente che frequento io, durante lo tsunami del 26 dicembre 2004, era svenuta nel proprio vomito nel seminterrato di un bordello di Bangkok, e l'ha saputo dai giornali solo due settimane dopo.In fondo eri contentissima
quando guardando Amsterdam
non ti importava della pioggia che cadeva*
solo una candela** era bellissima
e il ricordo del ricordo*** che ci suggeriva
che comunque tardi o prima
ti dirò che ero contentissimo
ma non te l'ho mai detto
che chiedevo Dio ancora****
**: Non era una candela, era la fiamma alta dell'accendino, è evidente.
***: Cos'è, il meta-ricordo? O è colpa dell'abuso della candela di cui sopra? Se siete ad Amsterdam, non risparmiate sulla qualità, arcipuffolina.
****: Questa è incommentabile, a meno di non pronunciare ancora con l'accento sulla prima A, il che donerebbe a tutto il testo il senso di una metaforica storia d'ammmmmmore marinara ambientata in Nord Europa (dei gggggiovani, ovviamente).
Abbinamento consigliato: un allegro venerdì sera con gli amici ed una fiala di Narcan a portata di mano
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