Gulyás e Vanità
La mia lunga marcia verso il sovrappeso e la merlite continua senza sosta, questi tre giorni di Ungheria hanno dato - come da attese della vigilia - il loro simpatico contributo, ed ora me ne sto incollato alla sedia, nel bagno d'afa che il Nord Italia ci ha regalato, a pensare a tutto quello che sono riuscito a mangiare e bere anche in questa occasione. Compiacendomi, ovviamente.
In generale comunque devo dire di essermela passata bene, questo turbomezzo si è macinato in scioltezza quasi 700 km in due giorni, anche se questa Lada (fotografata ieri notte a Budapest) sarebbe stata più caratteristica, ma ovviamente meno comoda. E la mia pancetta del benessere ama la comodità.
Sono andato da Budapest fino al confine con la Romania e poi con l'Ucraina, zone che si percepisce essere di frontiera, in cui gli stili si mischiano e da un paesino all'altro si passa dal finto tirolese a questo campanile, che non ho ancora ben capito quali influenze architettoniche abbia potuto subire.
Senza contare ovviamente gli incontri con qualche residuato del vecchio regime, in puro stile socialismo reale. Quasi quasi me lo faccio affrescare in camera su tutta la parete di fronte al letto, così, come monito alla nostra caducità. Tanto per capire che puoi essere anche così, ma prima o poi finirai così, quindi non vale comunque la pena di sbattersi troppo. In generale.
Questa sera mi abbandonerò fra le lenzuola presto, a recuperare il sonno arretrato e preparare il weekend. Ah, sì, obliavo, lunedì me ne parto per la Slovacchia, fino a giovedì, venerdì a Bruxelles e si rientra sabato - poi, finalmente, un paio di settimane di meritato riposo.
Ma di questo ci sarà tempo di parlare.
1 Comments:
Voglio quella Lada!
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