Bono (sì, in porchetta)
Ci sono celebrità che restano più sul cazzo di altre e a me, personalmente, non dispiacerebbe dare quattro schiaffi a quel maneggione di Bono Vox.
Il miliardario irlandese infatti, non perde occasione per ostentare la sua sympathy verso le popolazioni più sfortunate del pianeta e così dopo aver annunciato la sua partenza in missione, ha pensato bene di farsi nominare direttore per un giorno dell'Independent e destinare metà dei proventi del numero oggi in edicola alla lotta contro l'Aids in Africa.
Tuttavia, la facilità con la quale egli riesce a farsi ricevere da potenti della terra stile Blair è quantomeno sospetta e francamente intervistare Condy Rice su quali siano le sue dieci canzoni preferite, senza toccare l'argomento Iraq, è un po' come intervistare Andreotti e chiedergli di raccontare una barzelletta, evitando accuratamente di pronunciare i nomi di Salvo Lima e Pecorelli.
Avevo già avuto modo di notare questa sua attitudine a prendere in considerazione solo quello che più gli fa comodo, sorvolando sui dettagli più fastidiosi, in un recente documentario su Bukowski: Born into this.
Intervistato dal regista infatti (a sproposito, a mio avviso), Bono esprimeva tutta la sua stima verso lo scomparso scrittore americano e lasciava altresì intendere la reciprocità di questo sentimento.
Ora, molto probabilmente se Bukowski fosse stato in vita lo avrebbe preso personalmente a calci nel culo, ma pur nell'impossibilità della suddetta punizione corporale le parole che si possono leggere in Il capitano è fuori a pranzo lasciano ben pochi dubbi su cosa Hank pensasse di colui che nel libro è chiamato "la rockstar":
"Il gruppo rock aveva già attaccato, a tutta forza, un suono gigantesco. Venticinquemila persone. C'è stata una vibrazione, ma di breve durata. Era piuttosto semplicistico. Sono sicuro che le parole fossero buone ammesso che uno riuscisse a capirle. Probabilmente parlavano di Cause, Convenienze, Amori trovati e perduti, eccetera. La gente ha bisogno di questo: contro il sistema, contro i genitori, contro qualunque cosa. Ma un gruppo milionario e di successo come quello, qualsiasi cosa dicessero, ERANO ORMAI IL SISTEMA."
In realtà l'ex rockstar (gli U2 non fanno una canzone decente da almeno 15 anni per cui il loro statuto di musicisti è caduto in prescrizione), nel tentativo poco credibile di riciclarsi come moderno Robin Hood, dimostra di non essere altro che uno dei numerosi avvoltoi che il genere umano annovera al proprio interno, diverso perché famoso, ma ugualmente meschino perché attira i riflettori su di sé facendo finta di richiamarli su tragedie di levatura mondiale.
La nostra redazione si augura pertanto che nel suo prossimo viaggio in Africa Bono venga divorato da un leone o da una tribù di cannibali, oppure che si becchi l'Aids, così ce lo leviamo finalmente dalle palle, lui e i suoi occhialini del cazzo.
Bande sonore: Rolling Stones - Paint it black
1 Comments:
Un'eventuale campagna intitolata "Leviamoci Bono dalle palle (per sempre)" avrebbe tutto il mio sostegno.
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