On the way to Beijing
Che gli aeroporti siano un non-luogo per definizione non l'ha certo scoperto il sottoscritto. Mi sembra però possano diventare un luogo, una volta fatta l'abitudine a viaggi frequenti. Non luoghi diversi, ma un luogo unico, solo in spazi e tempi da definire.
Chiunque viaggi spesso ha i suoi aeroporti preferiti, dove un'attesa di qualche ora - purchè preventivata - non è un fastidio, ma una sorta di piacevole intermezzo, quasi si fosse nel salotto di casa. Sono quelle piccole o grandi lounge internazionali in cui si finisce per vedere sempre le stesse facce, perchè alla fine vai a berti una birra sempre nello stesso posto, e dopo qualche tempo il barista ti riconosce, o perchè attacchi bottone con qualcuno che ci passa spesso, e finite per ridarvi appuntamento qualche settimana dopo.
Capita spesso, c'è anche chi si innamora della ragazza che lavora al bar del'aeroporto, e finisce per prevedere itinerari piuttosto fantasiosi nei viaggi successivi... l'ultima che ho sentito? Venezia-Ankara via Amsterdam, che mi sembra una bestemmia geografica... Però forse, a ben vedere, la moretta che lavora nel ristorante al secondo piano di Amsterdam Schiphol (quello in stile pseudo-marinaro, per capirci) potrebbe anche essere una buona giustificazione, volendo.
Per ora sono "on the way to Beijing", se tutto va come previsto fra circa 16 ore sarò nella capitale della People's Republic of China. Arriverà anche il primo Live from Beijing, non vi preoccupate (come se lo foste, peraltro).
Abbinamento consigliato: Bellavista, Franciacorta Docg Grand Cuveè Brut 1999
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